LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/XVII - 10 giugno 2017)

LECCE – Al Castello Carlo V un successo firmato “deGusto Salento”

C'è "Roséxpo", un gran festival di calici d'autore

C'è
Giornata finale dell’evento







Giornata finale del quarto Salone internazionale dei vini rosati “Roséxpo” nel Castello Carlo V di Lecce, archiviata con successo l’inaugurazione di ieri con Ilaria Donateo, presidente di “deGusto Salento”, la madrina Maria Cvetic, amministratore unico Azienda Masciarelli Tenute Agricole (Abruzzo), Luigi Coclite, assessore comunale al Turismo.

OGGI - Dalle 18,30 banchi d’assaggio di oltre 180 etichette di prestigiose cantine italiane ed estere. Un nuovo imperdibile appuntamento per tanti visitatori, enoappassionati, esperti ed operatori del settore.

La manifestazione, organizzata con successo dall’associazione di produttori di Negroamaro “deGusto Salento”, si sta confermando evento di grande richiamo. Un vero e proprio “festival del vino”, arricchito da molteplici “ingredienti” (abbinamenti a prodotti tipici, arte, musica, moda, photo shooting, seminari e degustazioni in partnership con Slow Wine e Associazione Italiana Sommelier).

Il “Giardino Rosé”, nel cortile del Castello, offrirà diversi punti food con formaggi bio della masseria didattica “Cinque Santi”, salumi di pesce di “Offschina” e panini farciti di verdure e carni di “Mamma Elvira alla Scisa”. Musica con Carla Petrachi, cantante e pianista, e Andrea Luperto, percussionista.

Da ricordare l’angolo photobooth e un’area per la degustazione di sigari toscani a cura dell’associazione del “Sigaro toscano”.

Al primo piano, una mostra di abiti realizzati dagli allievi dell’Istituto “Cordella Fashion School”.

Il cuore della manifestazione saranno, ovviamente, i banchi d’assaggio curati dall’Ais. Fra i rosati di qualità in vetrina, circa 50 etichette pugliesi. Gli altri rosé sono abruzzesi, campani, calabresi, emiliani, friulani, lombardi, piemontesi, siciliani, toscani, trentini e veneti. Gli internazionali provengono da Australia, Cile, Cina, Spagna, Stati Uniti, Francia, Grecia, Lussemburgo, Macedonia, Portogallo, Moldavia, Moravia, Romania, Slovacchia, Turchia e Libano.

I due seminari di degustazione in programma, condotti da Slow Wine e Ais, inizieranno alle 18,30. Di scena “Rosado de Espana” con Giuseppe Baldassarre, componente della commissione nazionale didattica Ais, Fabrizio Miccoli, relatore Ais, e Domenico Stanzione, delegato Ais Taranto. Roséxpo si concluderà con la verticale di “Ferrari Perlé Rosé” a cura di Francesco Muci e di Giuseppe Baldassarre. Il sipario calerà alle 23,30.

IL CONVEGNO - Roséxpo si è aperto come ogni anno con un convegno tematico e per fare il punto della situazione sui rosati . L’incontro dell’altra sera nella Masseria San Lorenzo (“I rosati italiani come migliorare l’offerta in sala e in enoteca”) ha proposto importanti considerazioni.
Nonostante il mondo delle Doc e delle Docg sia un grande contenitore di territori, come detto dal senatore Dario Stefàno «andrebbe rivisitato», e forse proprio il Rosato avrebbe bisogno di una doc dedicata che lo possa liberare dall’essere una moda, facendogli fare il salto di qualità che merita.

«Grazie a Tannico Intelligence – ha spiegato Marco Magnacavallo – è possibile stigmatizzare un andamento e targhettizzarlo. Una vendita, quella dei rosati, che inizia a liberarsi dalla naturale stagionalità e che registra un picco di vendite per i vini di Provenza (20%) ai quali seguono proprio quelli della Puglia (17%); a seguire Sicilia (14%), Abruzzo (11%), Sardegna e Alto Adige (9%), Lombardia e Toscana (8%); fanalino di coda la Campania con il 4%. I rosati, sempre dallo studio dei dati di Tannico, sono il vino delle fasce più adulte. Lo acquistato poco i più giovani mentre è più presente nel carrello virtuale di chi ha più di 55 anni».

Diverso l’impatto sulle tavole dei ristoranti dove, secondo l’esperienza di Enrico Pierri, titolare del ristorante “Il San Lorenzo” di Roma, «sono i giovani dai 30 ai 35 anni a spendere più denaro per acquistare una bottiglia di vino importante, perché acquistano ciò che conoscono».

E ha aggiunto Massimo Maccianti, direttore generale di Vino & Design «se il mercato non conosce un vino è perché il produttore non conosce il mercato».

Ma da cosa dipende l’acquisto di una bottiglia? A spiegarlo Vincenzo Russo, docente dello Iulm di Milano che sulle emozioni che provoca un vino ci ha fondato i suoi studi universitari. «La decisione di acquisto di una marca di vino in enoteca, al supermercato, al ristorante o sul web – ha detto Russo - è guidata spesso da “scorciatoie”, ovvero da esperienze pregresse o da meccanismi di facilitazione della decisione (la marca, il prezzo, l’etichetta, la bottiglia)».

Da dove ripartire allora? «Colore, bottiglia etichetta», ha suggerito Pierri, e un giusto equilibrio tra corretti investimenti sulla comunicazione senza perdere una antica tradizione che però deve imparare a leggere l’evoluzione del mercato e i suoi target di riferimento.
Rosario Faggiano