LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/III del 3 marzo 2009)

SALICE – Accorato appello di Rosalba Rodio ai testimoni dello scontro sulla statale 7 ter

“Chi ha visto parli”

E sabato i periti d’ufficio e di parte esamineranno i rottami
Il 30 dicembre i coniugi Caretto morirono nel rogo della loro vettura dopo un terribile impatto
SALICE – “Per colpa di qualcuno due ragazzi hanno perduto i loro genitori nel peggiore dei modi. Chiediamo che sia resa giustizia fino in fondo per la morte di mia sorella e di mio cognato”. A parlare è Rosalba Rodio, sorella minore di Alberina Maria, la donna che, insieme al marito Fabrizio Caretto, il 30 dicembre scorso, a seguito di un terribile incidente stradale, perse la vita sull’asfalto della statale 7 ter. Quella sera Fabrizio ed Alberina al ritorno da Campi, con la loro Fiat Punto, erano diretti verso l’abitazione di Rosalba. La loro auto, secondo un’ipotesi di dinamica dell’incidente avanzata dalla famiglia delle vittime, mentre era ferma in attesa di svoltare, fu violentemente tamponata da una Fiat Punto blu e quindi proiettata verso la corsia opposta, proprio mentre sopraggiungeva una Mitsubishi Colt. E il secondo tremendo scontro fu inevitabile. L’auto dei coniugi, infine, prese fuoco. Sulla drammatica vicenda, naturalmente, la magistratura ha subito aperto un fascicolo per omicidio colposo. Dell’indagine si occupa il sostituto procuratore Antonio De Donno.
Sabato prossimo è previsto il primo importante atto istruttorio con la perizia, che si svolgerà alla presenza dei tecnici incaricati dal magistrato e dalle parti, per la ricostruzione della dinamica dell’incidente. Il sopralluogo sarà effettuato nel deposito giudiziario dove si trovano i mezzi coinvolti nella tremenda vicenda.
La scomparsa di Fabrizio e Alberina ha lasciato un vuoto incolmabile nella famiglia. I figli Giuseppe e Matilde, rispettivamente di 32 e 27 anni, non si sono ancora ripresi dallo choc. Nemmeno Rosalba sa darsi pace: “Per noi, che viviamo nella disperazione, l’unica e ultima spiaggia di approdo resta la giustizia. Ci affidiamo sereni al giudizio dei magistrati. Sono state stroncate due vite umane, due angeli terreni, che avevano ancora tanti sani progetti di vita, per i loro figli e per loro stessi. E’ stata distrutta una famiglia bella, serena, tranquilla”.
Rosalba, poi, si rivolge a chi, secondo lei, non vuole parlare pur essendo stato testimone della tragedia: “Voi, che dite di non ricordare niente dell’accaduto, riflettete. Voi, che siete rimasti indifferenti alla disperazione, ricordate che si è consumata una tragedia immane”.
La donna, che quella maledetta sera, subito dopo l’agghiacciante e assordante rumore delle lamiere che si contorcevano a seguito del mortale incidente, spaventata uscì per strada per verificare quanto stava accadendo, si ritrovò ad essere spettatrice inerte:”Il dramma si è consumato sotto i miei occhi. Quando mai potrò cancellare quelle immagini, quasi irreali? Mi accompagneranno per il resto dei miei anni e mi ricorderanno che lì, a pochi metri dalla mia abitazione, mia sorella e mio cognato hanno trovato la morte. I corpi di Alberina e Fabrizio erano là, nelle fiamme, mentre intorno a loro tutto brulicava”.
Rosalba conclude con un ricordo delle vittime: “Hanno condotto un’esistenza all’insegna dell’umiltà e della modestia. Fabrizio era un uomo semplice, ma saggio, profondo e di una spiritualità unica. Era un padre e un marito meraviglioso, di una dolcezza unica. Alberina, gioviale e dal sorriso contagioso, era madre e moglie eccezionale. Matilde e Giuseppe devono essere fieri dell’eredità ricevuta dai loro genitori: un’eredità di sani principi morali, di correttezza, di onestà e di tolleranza”.
 
Rosario Faggiano