LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/III – 11 ottobre 2011)
LE CANTINE SOCIALI - - Non si placa l’allarme per piaga vigneti estirpati. L’abbandono della filiera e la mancanza di ricambio generazionale
Come resistere sul mercato
Ecco le ricette proposte da Giovanni Grasso, Giovanni Ianne e Angelo Scarciglia
Le estirpazioni massicce, l’abbandono dei vigneti, la mancanza di ricambio generazionale, negli ultimi anni hanno determinato una progressiva e consistente riduzione della superficie vitata. Secondo dati ufficiali, in Puglia si è passati dai 153mila ettari del 1979 ai 93mila ettari del 2011. In poco più di vent’anni, dunque, i nostri vigneti si sono ridotti di circa il 40 per cento. Non solo. Da stime approssimative fornite da rappresentanti delle Cantine sociali del nord Salento, alcune zone tradizionali avrebbero perso addirittura oltre il 50 per cento di superficie vitata. Il risultato è che oggi i paesaggi dell’area, anziché essere caratterizzati da rigogliosi impianti ad alberello pugliese un tempo presenti dappertutto, appaiono spogli e incolti oppure, nel migliore dei casi, interessati da infiniti pannelli fotovoltaici. Ovviamente, il dimezzamento della superficie vitata rischia di provocare danni economici soprattutto alle piccole cooperative di viticultori le quali, costrette a lavorare una produzione di uve sempre più limitata, in futuro potrebbero non poter disporre più del quantitativo minimo di materia prima necessario per garantire una proficua attività produttiva. Dinanzi a questa infelice prospettiva, le Cantine cercano di attrezzarsi per fronteggiare il rischio.
La Cantina cooperativa di Salice, che da qualche anno ha abbandonato la commercializzazione esclusiva di vino sfuso puntando su prodotti imbottigliati di alta gamma, quest’anno ha registrato una diminuzione di conferimenti.
“Il bilancio del 2011 – spiega il direttore Giovanni Grasso - è stato di quasi 20mila quintali di uve lavorate, contro i circa 23mila del 2010. In passato, però, in Cantina entravano non meno di 50-60mila quintali all’anno.
“Il calo dei conferimenti – aggiunge il presidente Giovanni Ianne – è dovuto in primo luogo alle estirpazioni e agli abbandoni. Ecco perché dobbiamo far avvicinare i giovani alla campagna. Come Cantina stiamo studiando una serie di iniziative per combattere il rischio di ulteriori abbandoni dei vigneti. La nostra idea è di promuovere dei corsi destinati ai giovani e di subentrare direttamente nella conduzione e gestione dei vigneti che i nostri soci anziani non possono più curare. Se riusciremo nel nostro progetto, che sarà esteso anche ai paesi limitrofi, i giovani che avranno completato il percorso formativo da noi proposto, potranno prendere le redini degli impianti acquisiti direttamente dalla Cantina. Vogliamo salvaguardare e conservare – conclude – almeno i vigneti rimasti”.
Diversa è la strategia adottata dalla Cantina “Enotria” di Guagnano.
“Per assicurare ai nostri soci una remunerazione minima ed adeguata – spiega il presidente Angelo Scarciglia – abbiamo sottoscritto un accordo con l’azienda Le. Vin. Sud di Cerignola. Quest’ultima, specializzata nella produzione e commercializzazione di vino sfuso, si è impegnata ad acquistare tutto il nostro prodotto che quest’anno sarà ricavato dalla lavorazione dei circa 50mila quintali di uva. Si tratta, oltre che di un programma commerciale, anche di un progetto di sviluppo e di rilancio della nostra Cantina. Speriamo – conclude – che questa iniziativa si ripercuota positivamente sull’intero territorio”.
La Cantina cooperativa di Salice, che da qualche anno ha abbandonato la commercializzazione esclusiva di vino sfuso puntando su prodotti imbottigliati di alta gamma, quest’anno ha registrato una diminuzione di conferimenti.
“Il bilancio del 2011 – spiega il direttore Giovanni Grasso - è stato di quasi 20mila quintali di uve lavorate, contro i circa 23mila del 2010. In passato, però, in Cantina entravano non meno di 50-60mila quintali all’anno.
“Il calo dei conferimenti – aggiunge il presidente Giovanni Ianne – è dovuto in primo luogo alle estirpazioni e agli abbandoni. Ecco perché dobbiamo far avvicinare i giovani alla campagna. Come Cantina stiamo studiando una serie di iniziative per combattere il rischio di ulteriori abbandoni dei vigneti. La nostra idea è di promuovere dei corsi destinati ai giovani e di subentrare direttamente nella conduzione e gestione dei vigneti che i nostri soci anziani non possono più curare. Se riusciremo nel nostro progetto, che sarà esteso anche ai paesi limitrofi, i giovani che avranno completato il percorso formativo da noi proposto, potranno prendere le redini degli impianti acquisiti direttamente dalla Cantina. Vogliamo salvaguardare e conservare – conclude – almeno i vigneti rimasti”.
Diversa è la strategia adottata dalla Cantina “Enotria” di Guagnano.
“Per assicurare ai nostri soci una remunerazione minima ed adeguata – spiega il presidente Angelo Scarciglia – abbiamo sottoscritto un accordo con l’azienda Le. Vin. Sud di Cerignola. Quest’ultima, specializzata nella produzione e commercializzazione di vino sfuso, si è impegnata ad acquistare tutto il nostro prodotto che quest’anno sarà ricavato dalla lavorazione dei circa 50mila quintali di uva. Si tratta, oltre che di un programma commerciale, anche di un progetto di sviluppo e di rilancio della nostra Cantina. Speriamo – conclude – che questa iniziativa si ripercuota positivamente sull’intero territorio”.
Rosario Faggiano