LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XI – 30 ottobre 2012)

NORD SALENTO – E’ il giorno della verità per l’inglese nata dall’unione di un prigioniero di guerra e una volontaria della “Land Army”, che oggi spera di conoscere i fratelli

Doreen arriva, tra speranza e timori

Alle 10 l’incontro fissato sulla tomba del padre, ma c’è un silenzio che preoccupa
E’ arrivato il giorno tanto atteso. Questa mattina, alle 10, Doreen Richardson, per la prima volta nella sua vita, verrà nel Salento per visitare il cimitero dove è sepolto suo padre. Nel paese del nord della provincia di Lecce dove è vissuto Antonio (nome di fantasia), spera di incontrare i suoi due fratelli, nati dal matrimonio del padre con una donna salentina. Per lei sarebbe la realizzazione di un sogno: abbracciarli e poi pregare insieme sulla tomba del comune genitore. Doreen, nata nel 1944 dalla storia d’amore fra Antonio, prigioniero di guerra in Inghilterra, e sua madre Kathleen, contadina volontaria della “Land Army”, verrà nel Salento accompagnata dalla figlia Karen e dal professore universitario John Gorrod, suo conterraneo, quasi “di casa” in Puglia perché proprietario di un’abitazione ad Ostuni. Il desiderio di Doreen, in realtà, nonostante l’accorato appello che ha rivolto, nei giorni scorsi, ai fratelli affinché possano finalmente incontrarsi e conoscersi, non è detto che si realizzi. C’è la concreta possibilità, infatti, che l’improvviso arrivo nel Salento della signora inglese abbia creato un comprensibile senso di “disagio” ai suoi congiunti italiani. La storia, in ogni caso, presenterà oggi il suo “singolare” conto. E bisognerà attendere soltanto qualche ora per scoprire quale sarà il suo epilogo.
Doreen ha conosciuto Antonio nel 1960, in Inghilterra, durante un incontro (l’unico fra i due) voluto da lei subito dopo aver appreso dalla madre, quasi per caso, di essere figlia di un prigioniero di guerra italiano. In seguito padre e figlia si scambiarono diverse lettere.
“Quando incontrai mio padre – racconta Doreen – fui sopraffatta dall’emozione. Io lo ricordo come un uomo bellissimo. Aveva la gentilezza e la bontà d’animo tipica della gente semplice del Sud d’Italia. Anche se sono sempre vissuta lontano da lui, mentalmente per me è stato una presenza importantissima. Per anni il mio sogno è stato quello di vedere dove è nato mio padre e d’incontrare i miei fratelli”.
Rosario Faggiano