LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/III – 19 maggio 2012)
IL PAESE SOTTO CHOC - “Gente perbene, onesti lavoratori”. La testimonianza degli amici: “Una persona professionalmente esemplare ed eccezionale dal punto di vista unano”
Fratelli e cognati subito in viaggio
Ancora all’oscuro l’anziana madre Uccia, di 87 anni
VEGLIE – La comunità è sotto shock per la tragica e violenta fine di Salvatore Spedicato. I familiari, ancora increduli, appena appresa la notizia si sono messi in macchina per raggiungere Modena. Sono partiti i fratelli Oreste e Marcello, i cognati Dino Pinto e Giovanni Prato. Da La Spezia, dove vive con la sua famiglia, è partita anche la sorella Cristina. A Veglie è rimasta solo mamma Uccia, di 87 anni, in compagnia di Lina, Ronzina e Ada, le altre sorelle di Salvatore, tutte sposate a Salice. A quanto e dato sapere, a mamma Uccia, per tutta la giornata di ieri, i familiari hanno cercato di nascondere la verità.
“Sono profondamente costernato – dice Antonio Cascione, amico d’infanzia di Salvatore – non mi sembra vero che proprio lui, persona perbene, buona e gentile, abbia potuto subire un destino simile. La notizia mi ha lasciato esterrefatto. Salvatore era un uomo molto riservato, ma sempre disponibile con tutti. Se qualche vegliese si trovava a Modena per qualche ragione e si rivolgeva a lui per avere un aiuto, lui faceva del suo meglio per dare una mano. Da ragazzi eravamo vicini di casa, in via Alfieri. Io e lui, in pratica, siamo cresciuti insieme. Poi Salvatore ha scelto la vita militare e, circa trent’anni, fa lasciò Veglie. In paese ritornava volentieri, soprattutto nei periodi di ferie estive. Non lo dimenticherò mai”.
La famiglia Spedicato è molto stimata in paese. Il padre, scomparso qualche anno fa a seguito di un infarto, per tutta la vita ha lavorato nell’azienda agricola “Malfatti”. Salvatore era il quarto di sette figli (quattro femmine e tre maschi).
Dino Capoccia, maresciallo luogotenente in servizio a Lecce, così ricorda l’amico: “Siamo stati colleghi a Modena per diversi anni. Lui non era capace di fare male a nessuno. Nella sua vita, anzi, ha fatto sempre del bene, sia in servizio che fuori. Era una persona professionalmente esemplare ed eccezionale sotto il profilo umano. Tutti lo consideravano un elemento fondamentale e centrale per la logistica dell’Accademia militare. L’attuale quadro dirigente dell’Esercito italiano lo rimpiangerà perché da Modena sono passati tutti e tutti lo hanno conosciuto ed apprezzato”
“Sono profondamente costernato – dice Antonio Cascione, amico d’infanzia di Salvatore – non mi sembra vero che proprio lui, persona perbene, buona e gentile, abbia potuto subire un destino simile. La notizia mi ha lasciato esterrefatto. Salvatore era un uomo molto riservato, ma sempre disponibile con tutti. Se qualche vegliese si trovava a Modena per qualche ragione e si rivolgeva a lui per avere un aiuto, lui faceva del suo meglio per dare una mano. Da ragazzi eravamo vicini di casa, in via Alfieri. Io e lui, in pratica, siamo cresciuti insieme. Poi Salvatore ha scelto la vita militare e, circa trent’anni, fa lasciò Veglie. In paese ritornava volentieri, soprattutto nei periodi di ferie estive. Non lo dimenticherò mai”.
La famiglia Spedicato è molto stimata in paese. Il padre, scomparso qualche anno fa a seguito di un infarto, per tutta la vita ha lavorato nell’azienda agricola “Malfatti”. Salvatore era il quarto di sette figli (quattro femmine e tre maschi).
Dino Capoccia, maresciallo luogotenente in servizio a Lecce, così ricorda l’amico: “Siamo stati colleghi a Modena per diversi anni. Lui non era capace di fare male a nessuno. Nella sua vita, anzi, ha fatto sempre del bene, sia in servizio che fuori. Era una persona professionalmente esemplare ed eccezionale sotto il profilo umano. Tutti lo consideravano un elemento fondamentale e centrale per la logistica dell’Accademia militare. L’attuale quadro dirigente dell’Esercito italiano lo rimpiangerà perché da Modena sono passati tutti e tutti lo hanno conosciuto ed apprezzato”
Rosario Faggiano
Articolo pubblicato nell’ambito del servizio sul barbaro omicidio del maresciallo luogotenente Salvatore Spedicato, in servizio presso l’Accademia militare di Modena, ucciso nella sua abitazione della città emiliana. Spedicato, 51 anni, non era sposato e viveva da solo.