LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/III – 22 novembre 12)

TENDENZE – Il vino prodotto attraverso la macerazione carbonica surclassato dalle bollicine

Il novello perde estimatori, gli spumanti fanno il botto

Il novello segna il passo, avanzano le bollicine. La moda cambia anche nel mondo del vino. Ai primi di novembre, con qualche giorno d’anticipo rispetto al 2011, è stato immesso sul mercato il novello 2012, il delizioso vino rosso, fresco ed aromatico, ottenuto esclusivamente da pregiate uve doc e igt sottoposte al processo di vinificazione denominato “macerazione carbonica”. Inventato dai cugini francesi nel secolo scorso (1934) e conosciuto oltralpe con nome di “Beaujolais nouvou”, questa particolare tipologia di vino rigidamente d’annata (da non confondere con il “vino nuovo”, consumato a partire dal giorno di San Martino, che è tutt’altra cosa), è stato prodotto in Italia a partire dalla fine degli anni ’70. Successivamente, grazie all’impegno di prestigiose Cantine che hanno saputo caratterizzare ed elevare qualitativamente il prodotto nazionale, il novello nostrano ha conquistato i consumatori italiani e stranieri, soprattutto giovani. L’exploit delle vendite si è avuto negli anni ’90, con la produzione, a livello nazionale, di milioni di bottiglie all’anno. Ad iniziare dal 2005-2006, il novello ha poi cominciato a perdere terreno. Oggi, rispetto agli anni d’oro, la produzione è scesa di molto. Secondo stime, potrebbe essere diminuita mediamente del 40-50 per cento (ma diverse aziende, anche salentine, da qualche anno non lo producono più). Di contro sembra essere esplosa la moda delle bollicine, ovvero un’attenzione sempre maggiore verso gli spumanti bianchi e, soprattutto, rosati. Il fenomeno interessa anche il Salento dove, in alcune aziende, la produzione ha raggiunto livelli interessanti (diverse centinaia di migliaia di bottiglie all’anno). Si tratta, naturalmente, di quantitativi (per i vini spumanti, ma anche i novelli) ragguardevoli, ma pur sempre limitati rispetto al resto del prodotto imbottigliato dalle singole aziende. Nei grandi mercati nazionali ed esteri, per quanto riguarda la produzione salentina, continuano ad avere crescente successo soprattutto le diverse tipologie di vini doc, a base degli autoctoni Negroamaro e Primitivo.
“La diminuzione del numero di bottiglie di novello – spiega Piernicola Leone de Castris – è dovuta a due fattori. Il primo è legato alla moda, il secondo ad una contrazione dei consumi determinata, forse, da una certa confusione del mercato dove, ad un certo punto, quando troppe aziende hanno cominciato a produrre novello, sono stati offerti prodotti non sempre di alta qualità. Anche per tale motivo il mercato si è spostato verso altre soluzioni”.
Secondo Angelo Maci “il consumatore è diventato più maturo e preferisce il vino storico, anziché il novello che era solo una moda durata 20-30 anni. L’attuale tendenza è verso il vino secco, rosso, bianco e rosato, e soprattutto verso le bollicine, particolarmente gradite ai giovani”.
“La moda del novello sta scendendo – conclude Sergio Leonardo – ormai viene richiesto solo dalla grande distribuzione. Le enoteche e la ristorazione non sembrano più interessate a questo prodotto”.
Rosario Faggiano