IL CORRIERE VINICOLO – pagg. 6 e 7 - 25 novembre 2019
PRIMO PIANO – Che cosa ne pensano i produttori
Il "nuovo" mercato Usa stimola i rosati italiani
Stiamo crescendo perché ci siamo provenzalizzati? Abbiamo l’opportunità di erodere quote ai francesci zavorrati dalle nuove tariffe? Se sì, puntando su quali fattori di differenziazione?
I nostri rosati si sono provenzalizzati? Gli operatori italiani lo escludono e rivendicano pluralità di identità nazionali, da sempre basate sul connubio vitigno autocnono-territorio. Sono questi gli atout che – se mai le nuove tariffe imposte dall’amministrazione Usa ai vini francesi si riverbereranno sui consumi – i produttori italiani dovranno usare al meglio per guadagnare quote di mercato in questa particolare congiuntura che sembra aprire prospettive favorevoli per i prodotti rosa di casa nostra.
L’intervista a Brice Eymard, direttore generale del Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence (pubblicata il 21 ottobre scorso sul n. 33 de “Il Corriere vinicolo”), ha sollevato aspetti che toccano da vicino i produttori della Penisola, specialmente quando, parlando di competitors, Eymard indica espressamente gli italiani, perché “negli ultimi anni si stanno sempre più provenzalizzando”.
Ma quali sono effettivamente le prospettive che oggi si aprono per i produttori italiani? È vero che i rosati italiani si sono provenzalizzati? Esiste uno stile di rosa italiano sul mercato Usa alternativo a quello francese?
Negli ultimi due anni l’Italia ha perso, a favore della Francia, il primato assoluto rispetto all’esportazione delle diverse tipologie di vino in Usa. Secondo i dati disponibili, il fatturato, anche se in crescita costante (1,98 miliardi di dollari nel 2018, + 7% sul 2017), è comunque inferiore rispetto a quello francese (2,1 miliardi di dollari nel 2018, + 13% sul 2017).
Il primato dei cugini d’Oltralpe è stato ottenuto proprio grazie alla quota di rosato, incrementato in primo luogo da quelli prodotti in Provenza (in 10 anni, dal 2008 al 2018, l’export totale è aumentato del 720%).
Su questi temi, abbiamo chiesto l’opinione di tre autorevoli rappresentanti del mondo rosé italiano. Si tratta di Franco Cristoforetti, presidente dell’Istituto italiano “Rosautoctono” e presidente del Consorzio “Vino Bardolino”, Damiano Reale, presidente del Consorzio “Salice Salentino”, Mauro di Maggio, direttore di Cantine San Marzano, principale azienda imbottigliatrice di rosati pugliesi, e presidente Consorzio “Primitivo di Manduria”... (continua)
L’intervista a Brice Eymard, direttore generale del Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence (pubblicata il 21 ottobre scorso sul n. 33 de “Il Corriere vinicolo”), ha sollevato aspetti che toccano da vicino i produttori della Penisola, specialmente quando, parlando di competitors, Eymard indica espressamente gli italiani, perché “negli ultimi anni si stanno sempre più provenzalizzando”.
Ma quali sono effettivamente le prospettive che oggi si aprono per i produttori italiani? È vero che i rosati italiani si sono provenzalizzati? Esiste uno stile di rosa italiano sul mercato Usa alternativo a quello francese?
Negli ultimi due anni l’Italia ha perso, a favore della Francia, il primato assoluto rispetto all’esportazione delle diverse tipologie di vino in Usa. Secondo i dati disponibili, il fatturato, anche se in crescita costante (1,98 miliardi di dollari nel 2018, + 7% sul 2017), è comunque inferiore rispetto a quello francese (2,1 miliardi di dollari nel 2018, + 13% sul 2017).
Il primato dei cugini d’Oltralpe è stato ottenuto proprio grazie alla quota di rosato, incrementato in primo luogo da quelli prodotti in Provenza (in 10 anni, dal 2008 al 2018, l’export totale è aumentato del 720%).
Su questi temi, abbiamo chiesto l’opinione di tre autorevoli rappresentanti del mondo rosé italiano. Si tratta di Franco Cristoforetti, presidente dell’Istituto italiano “Rosautoctono” e presidente del Consorzio “Vino Bardolino”, Damiano Reale, presidente del Consorzio “Salice Salentino”, Mauro di Maggio, direttore di Cantine San Marzano, principale azienda imbottigliatrice di rosati pugliesi, e presidente Consorzio “Primitivo di Manduria”... (continua)
Rosario Faggiano
Articolo integrale pubblicato da "Il Corriere vinicolo" (n. 37 del 25 novembre 2019)