LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/VIII – 28 dic. 2010)
La linea telefonica è in tilt, in difficoltà da ottobre un’impresa di importazioni
Salice, ma in attesa della riparazione arriva il bollettino
SALICE – Ha il telefono guasto dalla metà di ottobre, ma la linea non può essere ripristinata perché il cavo passa da una proprietà privata che non consente l’accesso ai tecnici della Telecom. E intanto la società telefonica pretende dall’utente il pagamento della bolletta ignorando, in pratica, il disservizio in atto. Il “malcapitato” è Cosimo Cagnazzo, titolare di un contratto “business” con la Telecom in qualità di proprietario di un’azienda di commercializzazione di apparecchiature industriali e di attrezzature di alta precisione per il serraggio di bulloni con controllo di coppia. Cagnazzo, che ha gli uffici in una zona centrale del paese, ha rapporti giornalieri con i suoi fornitori canadesi, indiani e cinesi. A causa dell’interruzione della linea telefonica della sua azienda, da oltre due mesi non può più ricevere fax ed effettuare chiamate in Italia e all’estero (fruisce solo del trasferimento di chiamata attivato sul cellulare poco prima del guasto). L’imprenditore, esasperato da così lunga attesa, si rivolge a “Pronto Gazzetta” per denunciare la vicenda.
“Siamo isolati da più di due mesi – dice – e ancora non sappiamo quando sarà ripristinata la linea telefonica. Stiamo subendo danni notevoli. Noi lavoriamo molto col telefono e con il fax. Abbiamo clienti in tutta Italia. Ho fatto decine e decine di segnalazioni, ma ancora niente di concreto è avvenuto”.
Cagnazzo riferisce, poi, di aver ricevuto nei giorni scorsi una sollecitazione dalla Telecom per il pagamento di una bolletta di 357 euro, scaduta lo scorso 10 dicembre; il tutto mentre, a parte, gli recapitavano, mittente sempre la Telecom, una nota con la quale veniva data la seguente comunicazione: “I tecnici intervenuti per la riparazione del guasto non sono riusciti a ripristinare la funzionalità dell’impianto, causa impossibilità di poter intervenire in proprietà altrui per l’esecuzione di opere necessarie. La informiamo che abbiamo già intrapreso ogni azione utile per effettuare il definitivo ripristino del collegamento”.
“Ho saputo – aggiunge Cagnazzo – che vogliono stendere un cavo di emergenza. Ma quanto ci vuole per fare un percorso alternativo? Un mese, due mesi, un anno; nessuno è in grado di dirlo. Se per caso uno si dimentica di pagare una bolletta , il telefono viene subito tagliato. Quando l’inadempiente è la Telecom, invece, l’utente deve subire e basta. O così o niente. Bisogna stare zitti – conclude – e pagare sempre”.
“Siamo isolati da più di due mesi – dice – e ancora non sappiamo quando sarà ripristinata la linea telefonica. Stiamo subendo danni notevoli. Noi lavoriamo molto col telefono e con il fax. Abbiamo clienti in tutta Italia. Ho fatto decine e decine di segnalazioni, ma ancora niente di concreto è avvenuto”.
Cagnazzo riferisce, poi, di aver ricevuto nei giorni scorsi una sollecitazione dalla Telecom per il pagamento di una bolletta di 357 euro, scaduta lo scorso 10 dicembre; il tutto mentre, a parte, gli recapitavano, mittente sempre la Telecom, una nota con la quale veniva data la seguente comunicazione: “I tecnici intervenuti per la riparazione del guasto non sono riusciti a ripristinare la funzionalità dell’impianto, causa impossibilità di poter intervenire in proprietà altrui per l’esecuzione di opere necessarie. La informiamo che abbiamo già intrapreso ogni azione utile per effettuare il definitivo ripristino del collegamento”.
“Ho saputo – aggiunge Cagnazzo – che vogliono stendere un cavo di emergenza. Ma quanto ci vuole per fare un percorso alternativo? Un mese, due mesi, un anno; nessuno è in grado di dirlo. Se per caso uno si dimentica di pagare una bolletta , il telefono viene subito tagliato. Quando l’inadempiente è la Telecom, invece, l’utente deve subire e basta. O così o niente. Bisogna stare zitti – conclude – e pagare sempre”.
Rosario Faggiano