LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/II – 11 ottobre 2011)
IL COMMENTO – Adriano Orsi, presidente Settore vitivinilico Fedagri
“Ma si può perdere in competitività”
“Produzione in calo, competitività delle aziende a rischio”. Adriano Orsi, presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri confocooperative, lancia l’allarme sulle possibili conseguenze dell’eccessivo decremento produttivo del 2011. Secondo stime, in Italia quest’anno si scenderà, per la prima volta, al di sotto dei 41milioni di ettolitri di vino e mosto, con una diminuzione media in percentuale del 13% (esattamente si scenderà da 46.745.000 a 40.600.000 ettolitri). In Puglia, che anche quest’anno si classificherà al secondo posto fra le maggiori regioni produttrici, il decremento si assesterà intorno al 15% (si passerà dai 7.169.000 ettolitri del 2010 ai 6.090.000 ettolitri di quest’anno). Il calo, peraltro, riguarda tutto il territorio nazionale, compreso il Veneto che è al primo posto per produzione di vino e mosto (- 10%). La forte riduzione produttiva, dovuta in parte a fattori meteorologici, è riconducibile in primo luogo al ricorso alle misure per l’incentivazione all’estirpazione, all’abbandono e alla vendemmia verde. Quest’ultima, consistente nella pratica dell’eliminazione dei grappoli in eccesso, si è avuta soprattutto in Sicilia.
“Non possiamo non ribadire a riguardo - commenta Orsi – la nostra forte contrarietà ad una politica miope che continua a dare sostegno alla non produzione. Il calo quantitativo della vendemmia di quest’anno è preoccupante perché rischia di esporre tutto il settore a fenomeni di contraffazione già largamente diffusi per altri prodotti agroalimentari italiani; e questo soprattutto in ambito internazionale, dove la domanda di vino italiano è in continua crescita. Temiamo che le nostre aziende possano veder minata la loro competitività a causa dei maggiori costi che dovranno fronteggiare. Il minor prodotto conferito dai soci, infatti, provocherà una maggiore incidenza dei costi di produzione sul confezionato. Se a ciò aggiungiamo anche gli aumenti sui costi di forniture (acquisti di materiale per il confezionamento, macchinari, manutenzioni, trasporti, servizi) derivanti dall’incremento dell’iva al 21% e che sono stimabili in circa 11 milioni di euro l’anno, è evidente come, nonostante le cantine cooperative producano vini di grande qualità, non riusciranno ad arrivare sul mercato con dei prodotti competitivi anche nel prezzo”.
“Non possiamo non ribadire a riguardo - commenta Orsi – la nostra forte contrarietà ad una politica miope che continua a dare sostegno alla non produzione. Il calo quantitativo della vendemmia di quest’anno è preoccupante perché rischia di esporre tutto il settore a fenomeni di contraffazione già largamente diffusi per altri prodotti agroalimentari italiani; e questo soprattutto in ambito internazionale, dove la domanda di vino italiano è in continua crescita. Temiamo che le nostre aziende possano veder minata la loro competitività a causa dei maggiori costi che dovranno fronteggiare. Il minor prodotto conferito dai soci, infatti, provocherà una maggiore incidenza dei costi di produzione sul confezionato. Se a ciò aggiungiamo anche gli aumenti sui costi di forniture (acquisti di materiale per il confezionamento, macchinari, manutenzioni, trasporti, servizi) derivanti dall’incremento dell’iva al 21% e che sono stimabili in circa 11 milioni di euro l’anno, è evidente come, nonostante le cantine cooperative producano vini di grande qualità, non riusciranno ad arrivare sul mercato con dei prodotti competitivi anche nel prezzo”.
Rosario Faggiano