LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/V – 17 ottobre 2015)

L’IMPRENDITORE – La superficie vitata, dai 35mila ettari degli anni settanta, è scesa agli attuali 9mila e novecento

"Niente più donatori di rossi da taglio, oggi abbiamo un prodotto di qualità"

Coppola: “Ma il nostro patrimonio rischia di essere compromesso”



Da 35mila ettari degli anni settanta agli attuali 9mila e novecento. Questa la parabola della superficie vitata della Provincia di Lecce, un tempo serbatoio di vino sfuso utilizzato da molti imprenditori esteri e del Nord per “tagliare” i loro prodotti.

La situazione oggi è cambiata, il Salento ha fatto il salto di qualità, con decine e decine di grandi e piccole cantine guidate da capaci imprenditori, enologi e tecnici che hanno scelto di puntare sull’imbottigliamento, nonché di percorrere l’esaltante via della ricerca e dell’innovazione nei processi produttivi (ma nell’ambito del rispetto delle peculiarità e tradizioni locali) per ottenere etichette di alta gamma.

Oggi i vini Dop e Igp salentini, soprattutto Negroamaro e Primitivo, sono fra i più apprezzati dai consumatori.

Dinanzi a questa mutata realtà, un campanello d’allarme: negli ultimi anni la superficie vitata, un tempo forse eccessiva, si sta riducendo troppo.

Secondo dati disponibili presso l’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Lecce, dopo un periodo di relativa stabilità (dal 1990 al 2009 sempre al di sopra dei 14mila ettari), la superficie vitata ha ricominciato a diminuire registrando poco più di 13mila ettari nel 2010, 10mila e 500cento nel 2013, 9mila e novecento nel 2015.

“La riduzione della nostra originaria superficie vitata – spiega Giuseppe Coppola, imprenditore vitivinicolo - ha rappresentato il punto di svolta. Da anonimi “donatori di potenti rossi da taglio” intelligentemente utilizzati dai nostri principali concorrenti, abbiamo gradatamente imposto una forte e ben definita identità territoriale ai nostri straordinari vitigni autoctoni. Oggi il Salento vitivinicolo è forte di tante piccole aziende capaci di reggere il mercato con prodotti di qualità. Per un periodo di tempo, purtroppo limitato, una norma regionale ha impedito la “commercializzazione” dei diritti di reimpianto al di fuori dei confini regionali. Tale norma ha consentito la difesa di un patrimonio economico, storico, culturale e paesaggistico che attualmente, purtroppo, rischia di essere fortemente compromesso”.
Rosario Faggiano




Il servizio sui diritti di impianto dei vigneti pubblicato da “La Gazzetta di Lecce” comprende i seguenti articoli:

1 - I vigneti Dop del Salento “emigrano” verso il Nord
2 - “Le nuove assegnazioni? Non si garantisca solo la crescita del Prosecco”
3 - “Vigneti, le nuove norme ora minacciano l’identità territoriale”
4 - “Utilizziamo i diritti di impianto nell’area attaccata da Xylella”
5 - “Niente più donatori di rossi da taglio, oggi abbiamo un prodotto di qualità”