LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (p. Le/V - 26 maggio 2020)

PIANETA SCUOLA – Diffuso un documento unitario degli insegnanti trasferiti tramite la legge 107/2015 del Governo Renzi

"Noi, docenti esiliati e immobilizzati al Nord"

Fra i tanti meridionali sottoposti alla “migrazione” per effetto della normativa contestata ci sono ben 3mila pugliesi
Disagio anche per 700 salentini, per lo più donne con età media di 50 anni


Esplode il malcontento sul fronte insegnanti meridionalicon cattedre al Nord. L’allarme giunge da Docenti esiliati pugliesi, Comitato 8000EsiliatiFaseB Gae, Comitato Nonsisvuotailsud, Nastrini Liberi Uniti, Osservatorio Diritti Scuola, EsiliatiAttivi, rappresentati dall’avvocato Marco Ligori in qualità di docente firmatario.

La storia risale alla Legge 107/2015, la cosiddetta legge della “Buona scuola”, voluta dal Governo guidato dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi che, nello spirito del legislatore “mette al centro l’autonomia scolastica e dà alle scuole gli strumenti finanziari e operativi per poterla realizzare”. La legge prevede altresì “l’organico di potenziamento con cui le scuole possono realizzare i progetti previsti dal piano triennale per migliorare l’offerta formativa. Ma anche più risorse umane”.

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e nel tempo si è accresciuta la condizione di disagio dei docenti del Sud di stanza nelle scuole dell’Italia settentrionale. Disagi e sacrifici su cui certamente grava ancor più la situazione di isolamento causata dalla “teledocenza” imposta sall’emergenza Covid-19.

“La politica non risponde alle domande delle e dei docenti esiliati ed immobilizzati al Nord – viene sottolineato nel documento unitario. - Da anni ormai denunciamo la condizione di precarietà esistenziale che interessa le docenti ed i docenti che la Legge 107/2015 ha letteralmente spedito al Nord, lontano dalle proprie terre, attraverso dubbie e coatte operazioni ed algoritmi, facendo così crescere in modo esponenziale i numeri degli insegnanti già emigrati dal Sud prima del piano di assunzioni e mobilità straordinaria del governo Renzi che ha lasciato tutti senza possibilità di rientro. Stiamo parlando di 27mila docenti, di cui circa 3mila pugliesi (fra questi 700 salentini, la maggior parte donne con età media di 50 anni).

“Perché – viene aggiunto ancora nel documento - è questa la realtà ad oggi: nessuna possibilità concreta di rientro per chi da anni vive questa condizione e la causa sta tutta nell’assenza di volontà da parte di qualsivoglia forza politica che si è susseguita al governo o all’opposizione dal 2015 ad oggi. Una volontà politica che anche quando sembra ad un passo dal concretizzarsi verso una presa di coscienza del problema, stranamente svanisce”
.
In particolare il documento dei docenti “esiliati” pone l’attenzione su un aspetto che è per loro fondamentale chiarire: “la mobilità è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego e non una gentile concessione come sembra essere diventata da qualche anno per la categoria dei docenti”...

A tal proposito i docenti “esiliati” ricordano che “la giustizia amministrativa e quella ordinaria ha più volte dato ragione ai docenti fuori sede..." (continua).

 
Articolo integrale pubblicato da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, ediz. del Salento.