LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/XIII – 11 aprile 2013)

VEGLIE – Lettera chiarificatrice dopo le dimissioni. “Crisi condotta dal primo cittadino senza timone”

“Non manderò io Aprile a casa”

Antonio Greco: “In tanti sono già in agguato, aspettando le mosse degli altri”
VEGLIE – “Non intendo fare l’undicesimo giocatore né per l’opposizione né per la maggioranza”. Con una “lettera aperta” inviata al sindaco Sandro Aprile e al presidente del Consiglio Fabrizio Stefanizzi, il consigliere Antonio Greco, ex assessore dimessosi lo scorso novembre, chiarisce la sua posizione rispetto alla lunga crisi che ha interessato la maggioranza. L’epilogo della vicenda (la nascita della Giunta a tre), ha lasciato qualche “amarezza”.

Nella sua articolata lettera Greco delinea il contesto della crisi condotta “senza timone” e con molti errori. Secondo il consigliere, che premette le difficoltà operative e la pesante eredità economico-finanziaria in cui l’Amministrazione si è trovata costretta ad operare, il protagonista della “partita” sarebbe stato Aprile.

“Il sindaco – dice Greco - non ha mai voluto portare la crisi all’esterno, non ha voluto informare e confrontarsi con i cittadini. Il loro giudizio è più importante di quello del ceto politico. E il loro giudizio, in questo tempo, si è fatto severo. E si è espresso chiaramente anche nel risultato elettorale del 24-25 febbraio con dei messaggi chiari: i cittadini non accettano più un’Amministrazione che vende fumo e non sta ai patti, una politica che si ripiega su se stessa e pensa per mesi a chi deve fare l’assessore”.

Per Greco, insomma, il metodo d’approccio alla crisi sarebbe stato sbagliato. Rivolgendosi direttamente ad Aprile, poi precisa: “Farò il consigliere che esercita il suo mandato riconoscendo la centralità del Consiglio ed esercitando, con i mezzi previsti dallo Statuto, la funzione di controllo. Non mi puoi chiedere altro visto l’esito della crisi. Sono cosciente che, con questa mia, qualcuno mi vorrà passare il cerino acceso della responsabilità di chiudere la tua esperienza amministrativa. Ma non è così. Mi sento responsabile di quello che ho scritto e di quello che dico. Non sono responsabile delle scelte che hai fatto o che farai, né del desiderio di molti di mandarti a casa ma aspettano, in agguato, che siano gli altri a farlo”.
Rosario Faggiano