LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/XI – 17 marzo 2016)
SALICE – I ladri entrano in casa di una famiglia e portano via l’armadio blindato dove erano custoditi 7500 euro
Rubano i fondi per un malato di Sla
Il denaro era stato raccolto da un’associazione per sostenere le spese della famiglia necessarie per il trapianto di cellule staminali
L’appello del padre del giovane: “Sa avete cuore restituiteceli, servono a migliorare la salute di mio figlio”
SALICE – Ladri rubano i fondi raccolti da dall’associazione “Smile” per sostenere le cure di un giovane di 34 anni affetto da Sla, in attesa di trapianto di cellule staminali a Vienna. Il padre di P.A. lancia l’appello ai malviventi: “Restituite i fondi, per mio figlio possono significare la possibilità di migliorare le sue condizioni di salute”.
L’inqualificabile gesto, che ha fruttato il bottino di 7mila e cinquecento euro, è avvenuto l’altra sera, fra le 18.30 e le 20, in un’abitazione di una zona periferica del paese, posta in prossimità di un bar e della frequentata via che porta verso la rotatoria per Novoli.
I malviventi sono entrati nella casa a primo piano, dove risiedono i genitori di P.A., dopo aver forzato il portone a pianterreno. Dall’abitazione hanno sottratto, sradicandolo dal pavimento e dal muro in cui era fissato, soltanto l’armadietto blindato dove erano custoditi i fucili da caccia del padre di P.A.. Proprio in quell’armadietto erano nascosti i fondi raccolti da “Smile”, un’associazione formata da volontari, nata lo scorso dicembre per aiutare il giovane, in attesa di recarsi a Vienna per sottoporsi, a pagamento, al trapianto.
Il giovane, coniugato, è conosciuto in paese anche per il suo passato calcistico in squadre dilettantistiche. Per lui, da quando si è ammalato poco più di due anni fa, si sono mobilitati tanti amici; anche il suo ex allenatore e il suo ex presidente hanno voluto far sentire la loro vicinanza.
Smile, guidata dalla mamma di P.A., stava per essere registrata, in attesa di diventare una Onlus. Solo per questo motivo i soldi erano temporaneamente custoditi in quell’armadio e nessuno, tranne i genitori del giovane, erano a conoscenza di ciò.
I ladri sono entrati per rubare i fucili e poi hanno trovato la sorpresa? Oppure, non si sa come, erano a conoscenza del nascondiglio e sono andati a colpo sicuro? Sono interrogativi a cui i carabinieri della locale stazione stanno cercando di dare una risposta.
“Siamo distrutti – dice provato il padre di P.A. – da due anni stiamo vivendo un dramma indescrivibile. Non so proprio come commentare questo episodio squallido. A coloro che hanno compiuto il gesto voglio soltanto dire: restituite i soldi, perché possono aiutare mio figlio! Noi, comunque, non ci fermeremo e continueremo a lottare per lui. In queste ore abbiamo avuto tanti attestati di solidarietà”.
Ieri mattina, intanto, l’armadietto è stato ritrovato, completamente vuoto, in una stradina laterale della provinciale per Novoli.
L’inqualificabile gesto, che ha fruttato il bottino di 7mila e cinquecento euro, è avvenuto l’altra sera, fra le 18.30 e le 20, in un’abitazione di una zona periferica del paese, posta in prossimità di un bar e della frequentata via che porta verso la rotatoria per Novoli.
I malviventi sono entrati nella casa a primo piano, dove risiedono i genitori di P.A., dopo aver forzato il portone a pianterreno. Dall’abitazione hanno sottratto, sradicandolo dal pavimento e dal muro in cui era fissato, soltanto l’armadietto blindato dove erano custoditi i fucili da caccia del padre di P.A.. Proprio in quell’armadietto erano nascosti i fondi raccolti da “Smile”, un’associazione formata da volontari, nata lo scorso dicembre per aiutare il giovane, in attesa di recarsi a Vienna per sottoporsi, a pagamento, al trapianto.
Il giovane, coniugato, è conosciuto in paese anche per il suo passato calcistico in squadre dilettantistiche. Per lui, da quando si è ammalato poco più di due anni fa, si sono mobilitati tanti amici; anche il suo ex allenatore e il suo ex presidente hanno voluto far sentire la loro vicinanza.
Smile, guidata dalla mamma di P.A., stava per essere registrata, in attesa di diventare una Onlus. Solo per questo motivo i soldi erano temporaneamente custoditi in quell’armadio e nessuno, tranne i genitori del giovane, erano a conoscenza di ciò.
I ladri sono entrati per rubare i fucili e poi hanno trovato la sorpresa? Oppure, non si sa come, erano a conoscenza del nascondiglio e sono andati a colpo sicuro? Sono interrogativi a cui i carabinieri della locale stazione stanno cercando di dare una risposta.
“Siamo distrutti – dice provato il padre di P.A. – da due anni stiamo vivendo un dramma indescrivibile. Non so proprio come commentare questo episodio squallido. A coloro che hanno compiuto il gesto voglio soltanto dire: restituite i soldi, perché possono aiutare mio figlio! Noi, comunque, non ci fermeremo e continueremo a lottare per lui. In queste ore abbiamo avuto tanti attestati di solidarietà”.
Ieri mattina, intanto, l’armadietto è stato ritrovato, completamente vuoto, in una stradina laterale della provinciale per Novoli.
Rosario Faggiano