LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (Puglia e Basilicata - pag. 9 - 4 agosto 2018)
LOTTA AL BATTERIO/IL PERCORSO INNOVATIVO – Si parte da Caprarica e si proseguirà con nuovi oliveti entro settembre a Ugento, Cutrofiano, Cursi e Giuggianello.
Salento, ecco gli ulivi resistenti alla Xylella
Impiantati tre ettari di “Favolosa” dove erano state espiantate piante malate. Presenti il presidente Aprol Pantaleo Greco e gli europarlamentari Paolo de Castro e Raffaele Fitto
All’evento promosso dalla Organizzazione di produttori olivicoli (Aprol) di Lecce, la benedizione del parroco don Antonio Scotellaro
“Rialzarsi dopo la devastazione Xylella è possibile. La nostra olivicoltura può rinascere più forte di prima se sapremo agire puntando a nuove cultivar resistenti al batterio e ad un uso intelligente delle risorse, ma anche se avremo come riferimento un quadro normativo idoneo”.
Con questa convinzione l’Organizzazione di produttori olivicoli (Aprol) di Lecce ieri mattina ha dato il via al progetto di piantumazione di trenta ettari di campi dimostrativi, ideati nell’ambito del Regolamento Ue 1308/2013, in aree interessate da espianti di alberi malati.
Si tratta di nuovi moderni oliveti, realizzati attraverso la messa a dimora di piantine della varietà “Favolosa” (FS17). Il primo è “nato” ieri mattina a Caprarica di Lecce, su un terreno di 3.5 ettari (2.500 piantine previste). Gli altri nuovi oliveti saranno realizzati entro settembre sui rimanenti 26,5 ettari (24mila piantine), in agro di Ugento, Cutrofiano, Cursi e Giuggianello.
All’avvio piantumazione, hanno partecipato Pantaleo Greco, presidente Aprol Lecce e Sezione nazionale olivicola di Confagricoltura, diversi rappresentanti di aziende salentine di Aprol e di Confagricoltura, e gli europarlamentari Paolo De Castro e Raffaele Fitto. Questi ultimi, promotori a livello europeo e nazionale di un Piano di ricostituzione del patrimonio olivicolo post Xylella, hanno simbolicamente messo a dimora le prime piantine. Alla cerimonia è intervenuto, per la benedizione del campo, anche il parroco don Antonio Scotellaro.
“Stiamo cercando – spiega Greco - di dare valore all’olivicoltura. Un’olivicoltura che consenta di vivere e produrre dignitosamente, di rispettare la natura e il lavoro degli agricoltori. In questo oliveto vogliamo mettere a frutto le nostre conoscenze per un uso razionale delle risorse. E speriamo di colmare il gap che in questi anni ci ha fatto rimanere un po’ indietro rispetto alle altre agricolture europee e mondiali. La speranza è che da questa crisi possano venire delle opportunità per tutti”.
Alcuni dei nuovi campi Aprol avranno la pacciamatura per ridurre l’evapotraspirazione e per azzerare l’uso di diserbanti chimici. Si punta, inoltre, a “nuovi sesti di impianto con massimizzazione delle risorse”, ma anche ad innovativi sistemi colturali, nuove tecnologie di piantumazione e di raccolta con sistemi di guida automatica, nuove cultivar selezionate “da un mondo della ricerca attivo e propositivo”.
“Tutti questi elementi – aggiunge Greco - devono essere i capisaldi della nuova filiera olivicola e olearia italiana. Il nostro progetto è il primo passo della rinascita dell’olivicoltura salentina che può e deve coincidere con la rinascita dell’olivicoltura italiana. Fa piacere sottolineare come questa rinascita parta dalla Provincia di Lecce, così duramente segnata dalla Xylella”.
Greco conclude con un disappunto: “Siamo partiti col progetto l’anno scorso, ma solo dopo un lungo iter burocratico è stato possibile espiantare gli olivi infetti. Per avere risultati ottimali è necessario un nuovo ed idoneo quadro normativo”.
Rosario Faggiano
Gli europarlamentari Paolo de Castro e Raffaele Fitto mettono a dimora le prime piantine di "Favolosa"
Il campo dimostrativo Aprol di Caprarica