LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/2 del 10 ottobre 2008)
VINI DA RE – Qualità eccellente, in quantità. Annata da ricordare. Siccità e peronospora non hanno creato particolari problemi. Grappoli sani raccolti al momento giusto.
Una gran vendemmia, ma per pochi intimi
La crisi toglie il vino dalle tavole d’Italia e del resto del mondo e i produttori devono fare i conti con le sforbiciate ai prezzi
Uva ottima, vendemmia da ricordare. Quest’anno la raccolta ha dato qualità e quantità, ma l’eccellente risultato di un’annata straordinaria non ha finora ottenuto riconoscimenti da un mercato in forte crisi a livello nazionale ed internazionale. Il prodotto generalmente ha fruito di una maturazione regolare, indenne da malattie. Le diverse tipologie di uve hanno avuto caratteristiche che consentiranno di ottenere vini con le gradazioni alcoliche tipiche salentine. Il negroamaro avrà 13-14°, il primitivo 14,5-15,5°.
“Abbiamo riscontrato un’annata qualitativamente interessante – dice Piernicola Leone De Castris, proprietario dell’omonima azienda e presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino doc – con una produzione non particolarmente abbondante, ma in crescita rispetto all’anno scorso. Da questo punto di vista le aziende si possono considerare soddisfatte”.
“La vendemmia – aggiunge Angelo Maci, vice presidente del Consorzio del Salice Salentino doc e presidente delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco – è iniziata pochi giorni prima di ferragosto con le uve a bacca bianca chardonnay e sauvignon. E’ poi proseguita con il primitivo e con gli internazionali merlot e cabernet. La vera vendemmia, però, è iniziata nella prima decade di settembre con il negroamaro. In generale abbiamo registrato prodotti veramente molto buoni e sani. Quest’anno abbiamo effettuato solo un trattamento contro la peronospora e tre contro la tignoletta. Per quanto riguarda il negroamaro, abbiamo avuto un’acidità totale accettabile e un colore rosso intenso veramente eccezionale. Ci sono tutte le premesse, insomma, per ottenere un ottimo invecchiamento per il doc negroamaro e per le riserve. La quantità – conclude – rispetto al 2007 è aumentata di circa il 20 per cento”.
A proposito della forte siccità registrata nei mesi scorsi, i dati forniti dagli operatori del settore, attestano che, a differenza dell’annata precedente, nel 2008 non si sono verificati grossi danni alle produzioni. Solo in alcune zone ben definite, i 165 millimetri di pioggia caduti quest’anno (inferiori di 2/3 rispetto alla media annuale) hanno aggravato una situazione pregressa. A livello salentino, qua e là, nelle zone con terreni molto caldi non argillosi, i vigneti hanno subito scottature. Alcune uve, pertanto, sono maturate sul verde disidratandosi. Questo prodotto, naturalmente, in tutte le aziende non è stato utilizzato per i grandi vini di invecchiamento.
Leonardo Pinto, enologo di diverse cantine salentine e direttore generale del Consorzio Produttori Vini di Manduria, spiega perché la siccità quest’anno non ha danneggiato la gran parte dell’uva: “Noi abbiamo due vitigni autoctoni, il primitivo e il negroamaro, che hanno un grosso problema quando piove: il loro grappolo, molto serrato, con l’acqua ingrossa troppo e gli acini si spaccano creando muffe. Quest’anno, non avendo avuto pioggia, i grappoli sono nati e cresciuti in maniera regolare. Le calure, spesso verificatesi in giornate di tramontana, non sono state molto umide; l’uva, pertanto, è maturata in gran parte molto bene. Anche le raccolte sono state fatte in periodi giusti, quando la maturazione fenolica era perfetta, ovvero quando gli zuccheri, acidità e tannini erano in equilibrio. L’ultima pioggia non ha fatto danni. Anche per quanto riguarda la vinificazione – conclude - abbiamo avuto fermentazioni regolari”.
Francesco Bardi, enologo e direttore di “Castello Monaci” di Salice, da parte sua evidenzia: “Rispetto al 2007, quest’anno c’è stata meno concentrazione zuccherina e un grado alcolico leggermente inferiore. I vini, quindi, verranno più bilanciati”.
L’azienda di Bardi, che fa parte del Gruppo Italiano Vini di Verona, è una delle poche cantine del sud ad effettuare la vendemmia esclusivamente di notte: “In questo modo – spiega - si arresta qualsiasi inizio di fermentazione e si dispone di un’estensione maggiore dei profumi e delle caratteristiche organolettiche intrinseche del prodotto. Quella di quest’anno – conclude - è stata un’annata ideale perché molto equilibrata, più equilibrata dell’anno scorso”.
“La vendemmia è stata precoce – dice Ennio Cagnazzo, direttore generale della Cantina sociale cooperativa “Vecchia torre” di Leverano – ma abbastanza buona dal punto di vista della qualità. Noi abbiamo iniziato a vendemmiare le uve bianche chardonnay l’11 agosto; intorno alla fine del mese, quindi, abbiamo continuato con il primitivo e poi con il negroamaro, il lambrusco e il montepulciano. L’uva è stata integra e di buona qualità. Ph, acidità, colore: sembra che ci siano tutte le premesse per un vino eccellente”.
Anche per Gianvito Rizzo, amministratore della “Feudi di Guagnano”, i nuovi vini “Saranno di grande spessore e di grande struttura. A differenza dell’anno scorso, quando nel nord Salento abbiamo avuto sia la siccità che il colpo di calore, quest’anno abbiamo avuto nei terreni più fertili di prima qualità un’ottima resa”.
“Le gradazioni zuccherine delle uve negroamaro – dice Giovanni Grasso, direttore della Cantina cooperativa di Salice - sono state di circa 20 gradi babo; il grado alcolico, dunque, sarà di 13-14 gradi”.
Nella zona di Copertino l’ottima annata è confermata da Giovanni Renis, presidente della Cantina cooperativa “San Giuseppe da Copertino”, e da Mario Petito, presidente della Cantina sociale cooperativa.
“L’anno scorso vi furono zone colpite dalla grandinata e dalla peronospora – ricorda Renis - quest’anno, invece, non ci sono state calamità e malattie”.
“Abbiamo avuto una buona raccolta – aggiunge Petito – ma non c’è stato mercato. Speriamo che a conclusione delle operazioni di vendemmia ci sia un risveglio della domanda e si possa cominciare a vendere il prodotto”.
“Abbiamo riscontrato un’annata qualitativamente interessante – dice Piernicola Leone De Castris, proprietario dell’omonima azienda e presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino doc – con una produzione non particolarmente abbondante, ma in crescita rispetto all’anno scorso. Da questo punto di vista le aziende si possono considerare soddisfatte”.
“La vendemmia – aggiunge Angelo Maci, vice presidente del Consorzio del Salice Salentino doc e presidente delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco – è iniziata pochi giorni prima di ferragosto con le uve a bacca bianca chardonnay e sauvignon. E’ poi proseguita con il primitivo e con gli internazionali merlot e cabernet. La vera vendemmia, però, è iniziata nella prima decade di settembre con il negroamaro. In generale abbiamo registrato prodotti veramente molto buoni e sani. Quest’anno abbiamo effettuato solo un trattamento contro la peronospora e tre contro la tignoletta. Per quanto riguarda il negroamaro, abbiamo avuto un’acidità totale accettabile e un colore rosso intenso veramente eccezionale. Ci sono tutte le premesse, insomma, per ottenere un ottimo invecchiamento per il doc negroamaro e per le riserve. La quantità – conclude – rispetto al 2007 è aumentata di circa il 20 per cento”.
A proposito della forte siccità registrata nei mesi scorsi, i dati forniti dagli operatori del settore, attestano che, a differenza dell’annata precedente, nel 2008 non si sono verificati grossi danni alle produzioni. Solo in alcune zone ben definite, i 165 millimetri di pioggia caduti quest’anno (inferiori di 2/3 rispetto alla media annuale) hanno aggravato una situazione pregressa. A livello salentino, qua e là, nelle zone con terreni molto caldi non argillosi, i vigneti hanno subito scottature. Alcune uve, pertanto, sono maturate sul verde disidratandosi. Questo prodotto, naturalmente, in tutte le aziende non è stato utilizzato per i grandi vini di invecchiamento.
Leonardo Pinto, enologo di diverse cantine salentine e direttore generale del Consorzio Produttori Vini di Manduria, spiega perché la siccità quest’anno non ha danneggiato la gran parte dell’uva: “Noi abbiamo due vitigni autoctoni, il primitivo e il negroamaro, che hanno un grosso problema quando piove: il loro grappolo, molto serrato, con l’acqua ingrossa troppo e gli acini si spaccano creando muffe. Quest’anno, non avendo avuto pioggia, i grappoli sono nati e cresciuti in maniera regolare. Le calure, spesso verificatesi in giornate di tramontana, non sono state molto umide; l’uva, pertanto, è maturata in gran parte molto bene. Anche le raccolte sono state fatte in periodi giusti, quando la maturazione fenolica era perfetta, ovvero quando gli zuccheri, acidità e tannini erano in equilibrio. L’ultima pioggia non ha fatto danni. Anche per quanto riguarda la vinificazione – conclude - abbiamo avuto fermentazioni regolari”.
Francesco Bardi, enologo e direttore di “Castello Monaci” di Salice, da parte sua evidenzia: “Rispetto al 2007, quest’anno c’è stata meno concentrazione zuccherina e un grado alcolico leggermente inferiore. I vini, quindi, verranno più bilanciati”.
L’azienda di Bardi, che fa parte del Gruppo Italiano Vini di Verona, è una delle poche cantine del sud ad effettuare la vendemmia esclusivamente di notte: “In questo modo – spiega - si arresta qualsiasi inizio di fermentazione e si dispone di un’estensione maggiore dei profumi e delle caratteristiche organolettiche intrinseche del prodotto. Quella di quest’anno – conclude - è stata un’annata ideale perché molto equilibrata, più equilibrata dell’anno scorso”.
“La vendemmia è stata precoce – dice Ennio Cagnazzo, direttore generale della Cantina sociale cooperativa “Vecchia torre” di Leverano – ma abbastanza buona dal punto di vista della qualità. Noi abbiamo iniziato a vendemmiare le uve bianche chardonnay l’11 agosto; intorno alla fine del mese, quindi, abbiamo continuato con il primitivo e poi con il negroamaro, il lambrusco e il montepulciano. L’uva è stata integra e di buona qualità. Ph, acidità, colore: sembra che ci siano tutte le premesse per un vino eccellente”.
Anche per Gianvito Rizzo, amministratore della “Feudi di Guagnano”, i nuovi vini “Saranno di grande spessore e di grande struttura. A differenza dell’anno scorso, quando nel nord Salento abbiamo avuto sia la siccità che il colpo di calore, quest’anno abbiamo avuto nei terreni più fertili di prima qualità un’ottima resa”.
“Le gradazioni zuccherine delle uve negroamaro – dice Giovanni Grasso, direttore della Cantina cooperativa di Salice - sono state di circa 20 gradi babo; il grado alcolico, dunque, sarà di 13-14 gradi”.
Nella zona di Copertino l’ottima annata è confermata da Giovanni Renis, presidente della Cantina cooperativa “San Giuseppe da Copertino”, e da Mario Petito, presidente della Cantina sociale cooperativa.
“L’anno scorso vi furono zone colpite dalla grandinata e dalla peronospora – ricorda Renis - quest’anno, invece, non ci sono state calamità e malattie”.
“Abbiamo avuto una buona raccolta – aggiunge Petito – ma non c’è stato mercato. Speriamo che a conclusione delle operazioni di vendemmia ci sia un risveglio della domanda e si possa cominciare a vendere il prodotto”.
Rosario Faggiano