LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/XXV - 7 febbraio 2018)
LIZZANELLO – Appuntamento nel “Laboratorio urbano” realizzato dal Comune
Una nuova "casa" per la cultura nell’ex mercato
Zoom oggi su “Itaca sempre”, mostra di Marcello Carrozzo
Il dolore, la fragilità e l’umiliazione della dignità umana, colti senza veli dagli scatti di un grande fotografo, in esposizione a Lizzanello. Sarà inaugurata oggi (ore 19), nella nuova struttura realizzata dall’Amministrazione nell’ex mercato coperto in piazza della Libertà, la mostra “Itaca sempre” di Marcello Carrozzo.
Si tratta di un “progetto espositivo fortemente educativo, un racconto epocale, appassionato e commovente, che si rende visibile attraverso le riprese e le fotografie di Carrozzo, imbarcato a bordo dei mezzi della Guardia di Finanza, durante le operazioni di salvataggio al largo delle coste libiche, nel Canale di Sicilia, nel Canale d’Otranto e nel Mare Egeo”.
Al taglio del nastro saranno presenti, oltre che l’autore, il sindaco Fulvio Pedone e la consigliera con delega alla Cultura, Paola Buttazzo. La mostra sarà introdotta da Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte contemporanea di Unisalento.
In apertura di serata, inaugurazione anche del nuovo contenitore urbano per l’arte e la cultura voluto dal Comune, nell’ambito del progetto “All Right? Arte&Diritti Umani”, promosso in collaborazione con i Dipartimenti di Beni Culturali e Scienze Giuridiche dell’Università del Salento.
“La mostra di Carrozzo, i suoi scatti inquietanti, la disperazione dei rifugiati - – commenta il sindaco Pedone - sono la migliore occasione per aprire le porte del laboratorio urbano, sito nel cuore del paese”.
“I lavori sono ancora in corso – aggiunge la consigliera Buttazzo - ma la vocazione che abbiamo dato a quello spazio pubblico, consente di utilizzarlo per eventi culturali sin da subito”.
Carrozzo, originario di Ostuni, è noto soprattutto per il suo interesse per la fotografia sociale. Particolarmente apprezzato in Italia e all’estero, ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi. Si considera, fra l’altro, uno “storyteller”, un cantastorie, un viaggiatore. Per Carrozzo “ogni scatto è pensato, ogni lacrima, ogni gesto, ogni istante è vissuto e fissato prima sulla pelle e poi sulla pellicola”. La sua passione e l’attenzione per la penosa condizione dei dimenticati, lo hanno spinto in tanti luoghi di guerra e di sofferenza: in India, in Africa, in Medioriente, in Argentina e così via.
“In molti reportage di Carrozzo – spiega il docente universitario Guastella - si percepisce che le sue tematiche spaziano dal disagio sociale alle zone di guerra, passando per quegli aspetti più drammatici della cronaca di questa nostra epoca, in cui la dignità umana è denigrata. E questo accade in diversi luoghi del mondo, che frequenta abitualmente come fotoreporter, occasioni che gli ha hanno permesso di narrare non solo cosa accade lontano da noi ma anche dietro l’angolo. Carrozzo non è il fotografo che va a caccia di scatti sensazionali. E le sue immagini non sono costruite né edulcorate al fine di piacere. Lui è innanzitutto un fotografo sociale; e anche se questa definizione potrebbe far pensare a formule più o meno abusate e vecchie, è giusto contestualizzarla nell’attualità, nel tentativo di capire, attraverso ogni suo scatto, fino a che punto non siamo responsabili in prima persona anche come collettività, dei tragici avvenimenti che viviamo: l’abbandono dei deboli, delle persone più fragili, dei dolenti del pianeta”.
La mostra rimarrà aperta sino al 28 febbraio, tutti i giorni dalle 16,30 alle 20; domenica anche dalle 10,30 alle 13. Possibile prenotare visite di gruppo e di scolaresche (info 392/7171471).
Si tratta di un “progetto espositivo fortemente educativo, un racconto epocale, appassionato e commovente, che si rende visibile attraverso le riprese e le fotografie di Carrozzo, imbarcato a bordo dei mezzi della Guardia di Finanza, durante le operazioni di salvataggio al largo delle coste libiche, nel Canale di Sicilia, nel Canale d’Otranto e nel Mare Egeo”.
Al taglio del nastro saranno presenti, oltre che l’autore, il sindaco Fulvio Pedone e la consigliera con delega alla Cultura, Paola Buttazzo. La mostra sarà introdotta da Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte contemporanea di Unisalento.
In apertura di serata, inaugurazione anche del nuovo contenitore urbano per l’arte e la cultura voluto dal Comune, nell’ambito del progetto “All Right? Arte&Diritti Umani”, promosso in collaborazione con i Dipartimenti di Beni Culturali e Scienze Giuridiche dell’Università del Salento.
“La mostra di Carrozzo, i suoi scatti inquietanti, la disperazione dei rifugiati - – commenta il sindaco Pedone - sono la migliore occasione per aprire le porte del laboratorio urbano, sito nel cuore del paese”.
“I lavori sono ancora in corso – aggiunge la consigliera Buttazzo - ma la vocazione che abbiamo dato a quello spazio pubblico, consente di utilizzarlo per eventi culturali sin da subito”.
Carrozzo, originario di Ostuni, è noto soprattutto per il suo interesse per la fotografia sociale. Particolarmente apprezzato in Italia e all’estero, ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi. Si considera, fra l’altro, uno “storyteller”, un cantastorie, un viaggiatore. Per Carrozzo “ogni scatto è pensato, ogni lacrima, ogni gesto, ogni istante è vissuto e fissato prima sulla pelle e poi sulla pellicola”. La sua passione e l’attenzione per la penosa condizione dei dimenticati, lo hanno spinto in tanti luoghi di guerra e di sofferenza: in India, in Africa, in Medioriente, in Argentina e così via.
“In molti reportage di Carrozzo – spiega il docente universitario Guastella - si percepisce che le sue tematiche spaziano dal disagio sociale alle zone di guerra, passando per quegli aspetti più drammatici della cronaca di questa nostra epoca, in cui la dignità umana è denigrata. E questo accade in diversi luoghi del mondo, che frequenta abitualmente come fotoreporter, occasioni che gli ha hanno permesso di narrare non solo cosa accade lontano da noi ma anche dietro l’angolo. Carrozzo non è il fotografo che va a caccia di scatti sensazionali. E le sue immagini non sono costruite né edulcorate al fine di piacere. Lui è innanzitutto un fotografo sociale; e anche se questa definizione potrebbe far pensare a formule più o meno abusate e vecchie, è giusto contestualizzarla nell’attualità, nel tentativo di capire, attraverso ogni suo scatto, fino a che punto non siamo responsabili in prima persona anche come collettività, dei tragici avvenimenti che viviamo: l’abbandono dei deboli, delle persone più fragili, dei dolenti del pianeta”.
La mostra rimarrà aperta sino al 28 febbraio, tutti i giorni dalle 16,30 alle 20; domenica anche dalle 10,30 alle 13. Possibile prenotare visite di gruppo e di scolaresche (info 392/7171471).
Rosario Faggiano
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Una delle straordinarie foto di Marcello Carrozzo