LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. Le/23 – 24 sett. 2007)
LA VENDEMMIA – Ecco come si presenta la stagione 2007
Uva, netto calo della produzione, ma la qualità è straordinaria
DE CASTRIS. “Annata interessante anche se si stanno registrato rese per ettaro davvero molto basse”
NEGROAMARO. Il vitigno più importante del Salento, lo scorso anno fu raccolto a partire da metà settembre
Vendemmia con tre primati: straordinaria qualità, precocità di maturazione e netta flessione della quantità. Negli ultimi anni non si era mai verificata una situazione simile. Una situazione che, se da una parte lascia intravedere un’annata qualitativamente eccezionale per i vini salentini, dall’altra penalizza il lavoro dei produttori, ancora una volta costretti a subire un’insufficiente remunerazione delle uve. I prezzi pagati, infatti, dopo alcuni anni di caduta libera, finalmente hanno registrato una certa tendenza al rialzo; del tutto insufficiente, però, a coprire le perdite di una produzione scarsa, in alcuni casi più che dimezzata. A determinare l’eccessivo calo di uva destinata alla vinificazione, soprattutto quella ricavata da vitigni di negroamaro e di primitivo, ha contribuito la prolungata siccità e l’eccessivo caldo, con picchi di oltre 46°, registrato tra il 21 e 24 luglio.
“Abbiamo iniziato a vendemmiare - spiega Piernicola Leone De Castris, titolare dell’omonima azienda vitivinicola e presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino doc - molto prima rispetto a quello che era in passato il nostro standard di inizio di produzione. Escluso il 2006, quando la campagna iniziò un po’ più tardi, il fenomeno di anticipo della vendemmia, tuttavia, era già in atto da alcuni anni”.
La raccolta dell’uva nel 2007 si è aperta, in generale, già nella prima decade di agosto con le uve a bacca bianca sauvignon e chardonnay; è proseguita poi con il merlot e il primitivo alla fine di agosto e, quindi, con la malvasia nera di Lecce e il negroamaro. Attualmente si sta completando il negroamaro prima di passare, nell’ultima parte della vendemmia, alla raccolta del moltepulciano, del cabernet sauvignon e, infine, dell’aleatico e del moscato. Per avere un’idea dell’anticipo registrato, basta considerare che il negroamaro, il vitigno autoctono più importante del Salento, l’anno scorso fu vendemmiato a partire dalla metà settembre e, negli anni precedenti, dalla prima decade dello stesso mese. Mediamente, dunque, si è avuto un anticipo di circa dieci giorni.
“L’annata – continua Leone De Castris – si è presentata veramente interessante. Specialmente nelle aree con coltivazioni storiche locali ad alberello pugliese; si sono avute, però, rese per ettaro davvero molto basse”:
Secondo stime fornite dagli operatori del settore, soprattutto il negroamaro avrebbe subito un decremento produttivo medio di almeno il 40-50 per cento, con casi anche del 70 per cento in meno. Le altre tipologie di uve e di coltivazione, invece, avrebbero registrato cali più contenuti o quasi nulli.
“La cause del fenomeno – aggiunge Leone De Castris – sono state la siccità prolungata, il caldo intenso e il mancato inverno. La pianta, in pratica, ha iniziato la sua fase vegetativa prima dei normali periodi. Il caldo costante, quindi, ha finito per bruciare sulla pianta parte dell’uva”.
Come accennato, però, la peculiarità maggiore della vendemmia di quest’anno è risultata senz’altro la qualità superiore della produzione portata in cantina.
“Abbiamo ottenuto ottime uve e gradazioni alcoliche consistenti – conclude Leone De Castris – perciò credo che l’annata 2007 sarà ricordata come una delle più importanti degli ultimi anni; la struttura del prodotto, a mio avviso, potrà far sì che si creino delle riserve di grande struttura e longevità”.
L’enologo Angelo Maci, vicepresidente del Consorzio di Tutela del “Salice Salentino doc” e presidente della “Cantina Due Palme” di Cellino San Marco”, afferma: “Quest’anno l’uva è sanissima, indenne da muffe e da altre malattie. Il calo dell’uva sarà parzialmente compensato dall’annata straordinaria dal punto di vista qualitativo. Oltre al caldo e alla siccità che ha determinato il collasso delle piante costringendole ad eliminare il 30 per cento dei grappoli rendendoli secchi, nel nostro territorio il calo è stato determinato anche dalla grandine del 6 maggio che ha provocato danni a Guagnano, Cellino, San Pietro Vernotico, San Donaci e parte del territorio di Campi. La grandine di quest’anno ha colpito circa trecento ettari di terreno vitato. La pioggia torrenziale del 7 giugno, inoltre, in alcuni casi ha provocato un attacco forte di peronospora”.
Gianvito Rizzo, presidente del Consiglio di amministrazione della “Feudi di Guagnano srl”, è dell’opinione che “la vendemmia del 2007, dal punto di vista qualitativo, è paragonabile a quella eccezionale del 1997. L’eccessivo calo della quantità – continua - probabilmente si è determinato a causa del colpo di calore subito dalla piante nel momento dell’invaiatura, quando l’uva era nella fase delicata del passaggio dal colore verde al colore scuro. Lo strato della buccia del negroamaro, più sottile rispetto ad altre varietà, quasi certamente non ha retto agli oltre 46° che ha cotto i grappoli, soprattutto dei nostri vigneti tradizionali coltivati ad alberello. Quest’anno le partite di uva sono state tutte buone. Tanto è vero che non abbiamo avuto fenomeni di marcescenza che normalmente si verificano quando si producono grosse quantità. Il prodotto, dal punto di vista della sanità, è stato perfetto. Anche i trattamenti, pertanto, sono stati contenuti”.
Rizzo conclude con una nota di colore: “La scarsa uva prodotta, quest’anno ha privato i nostri paesi dei profumi e dei rumori tipici della vendemmia; è stata una vendemmia lenta e addormentata”.
“Da noi – dice Giovanni Rolli, presidente della Cantina viticultori associati di Veglie - siamo ancora in una fase importante della vendemmia. Nella nostra zona finora abbiamo avuto, sull’alberello pugliese, una riduzione media di negroamaro di circa il 55 per cento. Un po’ meglio, invece, siamo andati con le uve a bacca bianca. Abbiamo avuto una precocità di raccolto di circa dieci giorni. Alla Cantina di Veglie e alla Viticultori associati mancheranno, quest’anno, circa 30mila quintali di uva, ovvero la metà di quella lavorata l’anno scorso. Di contro, però, abbiamo qualità eccellenti, ottenute da basse rese per ettaro. Per il negroamaro da alberello abbiamo circa 20,50° babo, per il primitivo circa 21°, per la malvasia nera 20,50°. Come cooperativa, speriamo che con questo superlativo prodotto il mercato possa subire una variazione al rialzo consistente. Per la prima volta da anni – conclude – prevediamo di non poter soddisfare tutte le richieste”.
“Abbiamo iniziato a vendemmiare - spiega Piernicola Leone De Castris, titolare dell’omonima azienda vitivinicola e presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino doc - molto prima rispetto a quello che era in passato il nostro standard di inizio di produzione. Escluso il 2006, quando la campagna iniziò un po’ più tardi, il fenomeno di anticipo della vendemmia, tuttavia, era già in atto da alcuni anni”.
La raccolta dell’uva nel 2007 si è aperta, in generale, già nella prima decade di agosto con le uve a bacca bianca sauvignon e chardonnay; è proseguita poi con il merlot e il primitivo alla fine di agosto e, quindi, con la malvasia nera di Lecce e il negroamaro. Attualmente si sta completando il negroamaro prima di passare, nell’ultima parte della vendemmia, alla raccolta del moltepulciano, del cabernet sauvignon e, infine, dell’aleatico e del moscato. Per avere un’idea dell’anticipo registrato, basta considerare che il negroamaro, il vitigno autoctono più importante del Salento, l’anno scorso fu vendemmiato a partire dalla metà settembre e, negli anni precedenti, dalla prima decade dello stesso mese. Mediamente, dunque, si è avuto un anticipo di circa dieci giorni.
“L’annata – continua Leone De Castris – si è presentata veramente interessante. Specialmente nelle aree con coltivazioni storiche locali ad alberello pugliese; si sono avute, però, rese per ettaro davvero molto basse”:
Secondo stime fornite dagli operatori del settore, soprattutto il negroamaro avrebbe subito un decremento produttivo medio di almeno il 40-50 per cento, con casi anche del 70 per cento in meno. Le altre tipologie di uve e di coltivazione, invece, avrebbero registrato cali più contenuti o quasi nulli.
“La cause del fenomeno – aggiunge Leone De Castris – sono state la siccità prolungata, il caldo intenso e il mancato inverno. La pianta, in pratica, ha iniziato la sua fase vegetativa prima dei normali periodi. Il caldo costante, quindi, ha finito per bruciare sulla pianta parte dell’uva”.
Come accennato, però, la peculiarità maggiore della vendemmia di quest’anno è risultata senz’altro la qualità superiore della produzione portata in cantina.
“Abbiamo ottenuto ottime uve e gradazioni alcoliche consistenti – conclude Leone De Castris – perciò credo che l’annata 2007 sarà ricordata come una delle più importanti degli ultimi anni; la struttura del prodotto, a mio avviso, potrà far sì che si creino delle riserve di grande struttura e longevità”.
L’enologo Angelo Maci, vicepresidente del Consorzio di Tutela del “Salice Salentino doc” e presidente della “Cantina Due Palme” di Cellino San Marco”, afferma: “Quest’anno l’uva è sanissima, indenne da muffe e da altre malattie. Il calo dell’uva sarà parzialmente compensato dall’annata straordinaria dal punto di vista qualitativo. Oltre al caldo e alla siccità che ha determinato il collasso delle piante costringendole ad eliminare il 30 per cento dei grappoli rendendoli secchi, nel nostro territorio il calo è stato determinato anche dalla grandine del 6 maggio che ha provocato danni a Guagnano, Cellino, San Pietro Vernotico, San Donaci e parte del territorio di Campi. La grandine di quest’anno ha colpito circa trecento ettari di terreno vitato. La pioggia torrenziale del 7 giugno, inoltre, in alcuni casi ha provocato un attacco forte di peronospora”.
Gianvito Rizzo, presidente del Consiglio di amministrazione della “Feudi di Guagnano srl”, è dell’opinione che “la vendemmia del 2007, dal punto di vista qualitativo, è paragonabile a quella eccezionale del 1997. L’eccessivo calo della quantità – continua - probabilmente si è determinato a causa del colpo di calore subito dalla piante nel momento dell’invaiatura, quando l’uva era nella fase delicata del passaggio dal colore verde al colore scuro. Lo strato della buccia del negroamaro, più sottile rispetto ad altre varietà, quasi certamente non ha retto agli oltre 46° che ha cotto i grappoli, soprattutto dei nostri vigneti tradizionali coltivati ad alberello. Quest’anno le partite di uva sono state tutte buone. Tanto è vero che non abbiamo avuto fenomeni di marcescenza che normalmente si verificano quando si producono grosse quantità. Il prodotto, dal punto di vista della sanità, è stato perfetto. Anche i trattamenti, pertanto, sono stati contenuti”.
Rizzo conclude con una nota di colore: “La scarsa uva prodotta, quest’anno ha privato i nostri paesi dei profumi e dei rumori tipici della vendemmia; è stata una vendemmia lenta e addormentata”.
“Da noi – dice Giovanni Rolli, presidente della Cantina viticultori associati di Veglie - siamo ancora in una fase importante della vendemmia. Nella nostra zona finora abbiamo avuto, sull’alberello pugliese, una riduzione media di negroamaro di circa il 55 per cento. Un po’ meglio, invece, siamo andati con le uve a bacca bianca. Abbiamo avuto una precocità di raccolto di circa dieci giorni. Alla Cantina di Veglie e alla Viticultori associati mancheranno, quest’anno, circa 30mila quintali di uva, ovvero la metà di quella lavorata l’anno scorso. Di contro, però, abbiamo qualità eccellenti, ottenute da basse rese per ettaro. Per il negroamaro da alberello abbiamo circa 20,50° babo, per il primitivo circa 21°, per la malvasia nera 20,50°. Come cooperativa, speriamo che con questo superlativo prodotto il mercato possa subire una variazione al rialzo consistente. Per la prima volta da anni – conclude – prevediamo di non poter soddisfare tutte le richieste”.
Rosario Faggiano