LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - (pag. Le/VII - 16 settembre 2016)
AGRICOLTURA – VITICOLTURI COL FIATO SOSPESO – Il presidente Angelo Maci: Molti vigneti sono ancora allagati e non si potrà entrare prima di una settimana
Vendemmia, corsa contro il tempo
In vista un ridimensionamento delle aspettative sulla gradazione e quantità delle uve
IN CAMPO GIANNI CANTELE: “Dove si è fatta viticoltura con solide fondamenta tecniche, si possono ancora ottenere buoni risultati”. L'ENOLOGO MASCELLANI DI LEONE DE CASTRIS: “Hanno tenuto i vigneti arieggiati”
Ridimensionamento delle aspettative sulla gradazione zuccherina e sulla quantità delle uve. Questa la conseguenza della pioggia torrenziale che si è abbattuta sul Salento dal 6 al 12 settembre. Conseguenza che, al momento, non sembra aver compromesso irreparabilmente la stagione.
L’annata è stata caratterizzata da due fasi. Nella prima, le previsioni ottimistiche sono state centrate, con una raccolta più che buona di tutte le uve bianche, delle basi spumante, di gran parte del Primitivo e di quasi tutto il Negroamaro per i rosati. Nella seconda, invece, la pioggia ha rimesso in gioco l’esito della rimanente vendemmia, quella più consistente riguardante la gran parte di Negroamaro e altre tipologie di uve meno rilevanti dal punto di vista quantitativo (Malvasia nera, Susumaniello, Ottavianello, ecc.).
Adesso che l’andamento climatico sta concedendo una pausa, la situazione comincia a diventare più chiara. In campo, peraltro, ci sono le competenze, l’esperienza e la caparbietà degli enologi e tecnici salentini, ma anche di tutti i viticoltori che stanno dando il massimo. In tutte le cantine l’attività è ripresa a pieno regime. Una vera e propria sfida contro il tempo. Nella “Due Palme”, ad esempio, i conferimenti delle uve selezionate stanno avvenendo senza sosta, dall’alba a sera inoltrata.
“Da martedì siamo partiti con la vendemmia del Negroamaro – dice l’enologo Angelo Maci, presidente di Due Palme - molti vigneti sono ancora allagati e non si potrà entrare a raccogliere le uve prima di una settimana. Ieri ho girato per i campi: sembra rivivere le scene di 20 anni fa, con le campagne animate da persone che vendemmiano con le tinelle in spalla, anche scalze per raccogliere l'uva prima che marcisca”.
Secondo Maci non tutto è perduto: “Sono fiducioso e i nostri soci lo sono ancor di più. In alcuni areali l'uva è compromessa, in altri invece, i grappoli sono sani; ma bisogna affrettarsi a raccogliere tutto. Se non piove più, riusciremo, forse, a prendere per la coda l’annata".
“Il maltempo – sostiene Gianni Cantele, titolare dell’omonima cantina e presidente regionale di Coldiretti - ha senza dubbio cambiato la prospettiva dei viticoltori, soprattutto lì dove si sono verificate bombe d’acqua. Il percorso di qualità fatto dalle aziende pugliesi negli ultimi anni, è passato anche e soprattutto da una grande attenzione alla gestione agronomica dei vigneti, oggi sempre più sottoposti alle stranezze del clima. E’ per questo motivo che sono ancora ottimista sul fatto che, dove si è fatta viticoltura con solide fondamenta tecniche, con diradamenti e sfogliature opportune, si possano ancora ottenere buoni risultati”.
Secondo i produttori, in caso di piogge e forte umidità nelle fasi cruciali della maturazione, la proliferazione di muffe e marciumi, è legata alla “robustezza” delle bucce degli acini.
“Ad oggi – spiega Marco Mascellani, enologo di Leone de Castris –hanno tenuto i vigneti arieggiati e con rese contenute; questo ha permesso un buon ispessimento della buccia nelle fasi iniziali della maturazione e, quindi, una maggiore resistenza alla rottura. Ciò non significa che il peggio sia passato. I maggiori problemi si stanno verificando nei vigneti particolarmente produttivi e vigorosi dove, a causa delle piogge, le bucce stanno cedendo. Qui il danno qualitativo e quantitativo sarà elevato, con possibilità di contenere il primo solo attraverso un’accurata selezione dei grappoli in fase di raccolta manuale”.
“Va considerato - aggiunge l’enologo Nicola Leo, di Cantine “Paololeo” – che l’estate non è stata tanto umida. Le giornate di tramontana hanno mantenuto asciutti e secchi i terreni, impedendo il proliferarsi di batteri e malattie. La pioggia ha determinato un forte tasso di umidità, ma il lavoro realizzato tra i filari prima che si arrivasse alla vendemmia ci permette oggi di essere relativamente tranquilli”.
“Le piogge – ricorda Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo di “Cupertinum” - sono state a macchia di leopardo e dove sono cadute hanno fatto danni importanti. Ci sarà un abbassamento della gradazione zuccherina che, però, dovrebbe risultare nella media degli ultimi anni. Il danno c’è stato, ma se l’andamento climatico dovesse essere favorevole, la stagione sarà accettabile”.
“Stavamo pregustando un’annata a cinque stelle – dice Ennio Cagnazzo, enologo della cooperativa “Vecchia torre” – e ora dobbiamo ridurre le aspettative, senza però fare conclusioni pessimistiche affrettate. Fino a questo momento in cantina sono state conferite uve senza eccessivi problemi sanitari. Vedremo nei prossimi giorni. Secondo me, se procederemo in fretta, il risultato sarà positivo “.
L’annata è stata caratterizzata da due fasi. Nella prima, le previsioni ottimistiche sono state centrate, con una raccolta più che buona di tutte le uve bianche, delle basi spumante, di gran parte del Primitivo e di quasi tutto il Negroamaro per i rosati. Nella seconda, invece, la pioggia ha rimesso in gioco l’esito della rimanente vendemmia, quella più consistente riguardante la gran parte di Negroamaro e altre tipologie di uve meno rilevanti dal punto di vista quantitativo (Malvasia nera, Susumaniello, Ottavianello, ecc.).
Adesso che l’andamento climatico sta concedendo una pausa, la situazione comincia a diventare più chiara. In campo, peraltro, ci sono le competenze, l’esperienza e la caparbietà degli enologi e tecnici salentini, ma anche di tutti i viticoltori che stanno dando il massimo. In tutte le cantine l’attività è ripresa a pieno regime. Una vera e propria sfida contro il tempo. Nella “Due Palme”, ad esempio, i conferimenti delle uve selezionate stanno avvenendo senza sosta, dall’alba a sera inoltrata.
“Da martedì siamo partiti con la vendemmia del Negroamaro – dice l’enologo Angelo Maci, presidente di Due Palme - molti vigneti sono ancora allagati e non si potrà entrare a raccogliere le uve prima di una settimana. Ieri ho girato per i campi: sembra rivivere le scene di 20 anni fa, con le campagne animate da persone che vendemmiano con le tinelle in spalla, anche scalze per raccogliere l'uva prima che marcisca”.
Secondo Maci non tutto è perduto: “Sono fiducioso e i nostri soci lo sono ancor di più. In alcuni areali l'uva è compromessa, in altri invece, i grappoli sono sani; ma bisogna affrettarsi a raccogliere tutto. Se non piove più, riusciremo, forse, a prendere per la coda l’annata".
“Il maltempo – sostiene Gianni Cantele, titolare dell’omonima cantina e presidente regionale di Coldiretti - ha senza dubbio cambiato la prospettiva dei viticoltori, soprattutto lì dove si sono verificate bombe d’acqua. Il percorso di qualità fatto dalle aziende pugliesi negli ultimi anni, è passato anche e soprattutto da una grande attenzione alla gestione agronomica dei vigneti, oggi sempre più sottoposti alle stranezze del clima. E’ per questo motivo che sono ancora ottimista sul fatto che, dove si è fatta viticoltura con solide fondamenta tecniche, con diradamenti e sfogliature opportune, si possano ancora ottenere buoni risultati”.
Secondo i produttori, in caso di piogge e forte umidità nelle fasi cruciali della maturazione, la proliferazione di muffe e marciumi, è legata alla “robustezza” delle bucce degli acini.
“Ad oggi – spiega Marco Mascellani, enologo di Leone de Castris –hanno tenuto i vigneti arieggiati e con rese contenute; questo ha permesso un buon ispessimento della buccia nelle fasi iniziali della maturazione e, quindi, una maggiore resistenza alla rottura. Ciò non significa che il peggio sia passato. I maggiori problemi si stanno verificando nei vigneti particolarmente produttivi e vigorosi dove, a causa delle piogge, le bucce stanno cedendo. Qui il danno qualitativo e quantitativo sarà elevato, con possibilità di contenere il primo solo attraverso un’accurata selezione dei grappoli in fase di raccolta manuale”.
“Va considerato - aggiunge l’enologo Nicola Leo, di Cantine “Paololeo” – che l’estate non è stata tanto umida. Le giornate di tramontana hanno mantenuto asciutti e secchi i terreni, impedendo il proliferarsi di batteri e malattie. La pioggia ha determinato un forte tasso di umidità, ma il lavoro realizzato tra i filari prima che si arrivasse alla vendemmia ci permette oggi di essere relativamente tranquilli”.
“Le piogge – ricorda Giuseppe Pizzolante Leuzzi, enologo di “Cupertinum” - sono state a macchia di leopardo e dove sono cadute hanno fatto danni importanti. Ci sarà un abbassamento della gradazione zuccherina che, però, dovrebbe risultare nella media degli ultimi anni. Il danno c’è stato, ma se l’andamento climatico dovesse essere favorevole, la stagione sarà accettabile”.
“Stavamo pregustando un’annata a cinque stelle – dice Ennio Cagnazzo, enologo della cooperativa “Vecchia torre” – e ora dobbiamo ridurre le aspettative, senza però fare conclusioni pessimistiche affrettate. Fino a questo momento in cantina sono state conferite uve senza eccessivi problemi sanitari. Vedremo nei prossimi giorni. Secondo me, se procederemo in fretta, il risultato sarà positivo “.
Rosario Faggiano